martedì 14 aprile 2015

8) Il grande letto


Mi presentai senza preavviso, era cassiera di turno quella sera, aveva appena battuto il conto ad uno degli ultimi clienti.
Non si sentiva altro che il ronzio dei vani frigoriferi e il ritmo sommesso della musica registrata diffusa dagli altoparlanti.
Il freddo artificiale del potente condizionamento attenuava quello che altrimenti sarebbe stato un miscuglio di odori di una sensualità quasi intollerabile, dal sentore dolce delle banane mature a quello pungente e agro dei limoni.
Nei supermercati tutto è freddo, gli scintillanti pavimenti passati con lo straccio, l'acciaio gelido degli scaffali, la fluorescenza polare dell'illuminazione.
Calò improvviso il silenzio, qualcuno aveva spento la musica registrata:"Attenzione, signori clienti ... Il negozio chiude ... Vi preghiamo di fare le ultime scelte e di passare alla cassa ... Grazie per la vostra comprensione ... E, per favore, tornate qui a fare i vostri acquisti."
La vidi terminare il conteggio e la chiusura della cassa, poi si allontanò verso il reparto del personale, per poi riapparire senza quell'orrrendo grembiule, che solo un genialoide poteva averlo creato con quei colori.
Uscimmo, una leggera brezza scompigliava i bruni capelli facendola sembrare ancora più bella, mentre il leggero vestito aderiva al corpo mettendo in mostra le rotondità di giovane donna nel pieno della maturità.
Il suo viso era di una bellezza sconvolgente, irradiava felicità, le misi un braccio attorno alla vita e la baciai delicatamente.
Lo stupore dei colleghi mi fece pensare a cosa sarebbe successo il giorno seguente, vedendola cosi felice già si erano chiesti cosa le stesse succedendo, non era altro che l'Amore il responsabile.
"Seguimi amore, ti porto a casa mia" le dissi mentre l'accompagnavo al parcheggio.
La mia abitazione era una casa su due piani fatta costruire anni addietro dai miei genitori, con un alto muro di cinta immersa nel verde, la vidi sbalordita quando la vide: "mi sento una principessa" disse, atteggiandosi con movimenti di danza.
Come conviene, le feci visitare le varie stanze, l'entusiasmo la prese, quando in una di quelle vide un grande letto a baldacchino: "posso provarlo?" disse con uno sguardo divertito, al mio assenso, si buttò con un tuffo da vera campionessa, era tornata bambina con quelle piroette e salti, con il vestito che le saliva scoprendo il magnifico corpo.
"Vieni anche tu amore" mi incitò, mi tolsi la giacca e mi unii a lei giocando a spingerci e a tirarci i cuscini, l'abbracciai e la baciai, le mani si impossessavano dei nostri corpi, mentre i vestiti cadevano a terra.
Una forte attrazione era la nostra, niente ci poteva fermare, la presi con una furia quasi violenta, i nostri corpi erano un sussulto spasmodico, le sue gambe mi stringevano i fianchi incitandomi a spingermi dentro di lei, la sua non era una lingua nella mia bocca, era un essere saettante mai sazio, mi tolsi da quella bocca assetata ansimando, appoggiandomi sulle mani, le braccia tese ai lati del suo corpo, i suoi occhi erano profondi luminosi, potevo vedere tutta la parte superiore del suo corpo, i capelli le incorniciavano il bel viso, le spalle morbide, i seni con i capezzoli inturgiditi circondati dalle brune aureole che scesi a succhiare, il sapore del suo corpo mi inebriava, cavalcandola con movimenti lenti e nello stesso tempo profondi, ora i suoi gemiti misti ai miei erano liberi di uscire da quella rosea bocca.
Mi prese la testa tra le mani spingendola verso il basso, assecondai il suo volere, mi immersi tra le morbide e vellutate cosce assaporando quel paradisiaco sapore, il corpo inarcato agevolando le mie mani, che presero possesso dei suoi glutei mentre la lingua titillava il clitoride, in preda alla frenesia mi tirò per i capelli: "guardami amore, ti voglio possedere con la mia bocca, sdraiati" subito su di me si impossessò del mio sesso e con voracità prese a succhiarlo mentre la mano saliva e scendeva su quella verga, i nostri corpi erano scossi da fremiti mentre le bocche provocavano piaceri che da tempo cercavamo, morsi ripetute volte il clitoride provocando in lei spasmi che si ripercuotevano sul mio pene, maneggiato sempre con più violenza, la lingua batteva sul glande ingrossato dall'eccitazione, ero al culmine del piacere, infilai le dita tra i suoi glutei penetrando l'ano con un dito, fu scossa da tremori il che mi fecero capire che era prossima all'orgasmo, un getto liquido mi investì il viso e la bocca, mi lasciai andare in un orgasmo spasmodico che lei accolse golosamente, succhiando e leccando, niente doveva andare perso di quel prezioso nettare, mentre riprendevo fiato stretto tra le sue cosce, lei continuò a succhiare e a manipolare quell'oggetto che tanto le dava piacere, con i polpastrelli tra le mie natiche mi dava ulteriore piacere, strusciandoli sull'ano e sullo scroto.
Restammo alcuni minuti in quella posizione ansimando, le accarezzavo la schiena imperlata di sudore, la visione dei suoi glutei era quello che di più bello si poteva desiderare.


_Continua

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