martedì 14 aprile 2015

11) Apoteosi d'Amore


Il ritorno a casa mia tra risate e baci era il preludio ad una notte di sesso sfrenato.
Passando dalla cucina, lasciai un messaggio alla signora Ines; tolsi dal frigo una bottiglia di champagne che portai nella grande camera con il letto a baldacchino, mentre lei si rinfrescava.
Mi arrivò alle spalle cingendomi in un profumato abbraccio.
Mi girò spingendomi contro il muro continuando a baciarmi il viso e scese sul collo per poi salire sulle mie labbra.
Sentivo tutto il suo ardore.
Si staccò e con rapidi movimenti si sfilò l'abito lasciandolo cadere ai suoi piedi consentendo al corpo maestoso di palesarsi in tutta la sua bellezza.
L'opulento seno libero di muoversi, fu preda dei miei baci, mentre le mani avvolgevano le rotondità dei glutei coperti dalle nere culotte rendendo ancora più erotico quell'abbraccio.
Con frenesia le sue mani vogliose fecero saltare uno ad uno i bottoni della camicia mettendo a nudo il petto, che iniziò a baciare.
Scese poi ad abbassare i pantaloni infilando le mani dietro sui sodi glutei, spingendosi in basso in ginocchio come fosse una sacerdotessa intenta all'adorazione del suo dio.
Prese il membro tra le mani, lo avvicinò alla bocca per poi sfregarselo sul viso con movimenti rotatori, il che produsse l'effetto da lei desiderato.
L'erezione non si fece attendere, così mi buttò le braccia al collo e sollevando le gambe le cinse attorno alla mia vita.
Con questo piacevole fardello mi diressi verso il grande letto dove ci lasciammo andare sul morbido giaciglio.
Il mio viso scese tra le sue cosce dischiuse, sentivo ciò che emanava quella parte del corpo attraverso quel sottile tessuto traforato che coi denti strappai.
Fui libero di penetrare tra le rosee labbra dischiudendole con sapienti colpi di lingua.
Non seppe trattenersi, i gemiti si intensificarono mentre si dimenava come un'ossessa.
Con la lingua tracciai linee invisibili tra il solco delle natiche inumidendo l'orifizio in cui infilai un dito.
In lei si scatenò l'orgasmo.
Tremori e sobbalzi incontrollabili la presero.
La sua essenza mi asperse la bocca e la lingua che instancabilmente la leccava.
Il mio nome urlato le uscì dalla bocca ansimante, la strinsi a me baciandole quel meraviglioso viso.
Rimanemmo abbracciati guardandoci negli occhi, mentre la sua mano era padrona del mio sesso che manipolava con maestria.
Allungai la mano prendendo la bottiglia dal secchiello del ghiaccio e la portai all'altezza della sua bocca.
Con avidità ne bevve alcuni sorsi e mentre parte del prezioso liquido le bagnava il viso e il seno, mi chinai a sorbirlo con dei piccoli baci.
Dopo aver versato quel liquido meraviglioso i baci si intensificarono su tutto il corpo. "Fallo anche a me amore" le dissi mentre mi sdraiavo.
Dal gesto che fece capii che era quello che voleva. Come una bimba euforica per un gioco nuovo , cominciò dal viso facendomi bere un sorso di vino, dopo di che le sue labbra si impossessarono delle mie succhiandomi la lingua.
Con avidità leccava il nettare d'uva che scendeva sul petto dandomi piacere ed eccitazione succhiandomi i capezzoli.
Con gridolini continuava la discesa, soffermandosi a sorbire il piccolo laghetto formatosi all'altezza dell'ombelico.
Con sguardo voglioso cosparse abbondantemente i riccioli del pube per poi giocarci con le dita e inaspettatamente l'avida bocca si impossessò del membro eretto scatenando in me la libidine.
Presi dal cassetto del comodino dei foulard, con uno dei quali la bendai.
"Cosa mi fai amore mio" disse sorridendo. "E' una sorpresa tesoro, lasciami fare".
Legai entrambi i polsi alle colonne del baldacchino e i grossi seni si ersero mentre le allungavo e aprivo le gambe legando le caviglie al fondo del letto. Il suo meraviglioso corpo era alla mia mercè.
Con la punta della lingua cominciai a leccarla partendo dai piedi per risalire quelle forti gambe sino a raggiungere l'nterno delle cosce dalla pelle morbida e setosa. "Mi sto proprio rilassando" mugolò lei , maliziosa.
Sorridendo compiaciuto, osservavo la fessura umida aperta che chiedeva di essere penetrata. Tenendo in pugno il mio grosso pene cominciai a strofinarle il glande sul clitoride. Scossa da brividi sollevò il bacino, allargando il più possibile le gambe e muovendo spasmodicamente i fianchi mormorò con voce roca: "Ti voglio così tanto.... scopami ti prego!!"
Con mossa decisa sprofondai in lei con movimenti decisi; mi chinai a baciare quella bocca gemente, scendendo sulla spalla e all'attaccatura del seno per poi arrivare al centro sul turgido capezzolo circondato da una bruna aureola. Succhiavo e leccavo quel piccolo centro del piacere penetrandola più profondamente possibile stringendola forte a me come se avessi voluto fondermi con lei.
Mony sfregava il busto contro il mio, stimolando i capezzoli in un contatto erotico che amplificò l'eccitazione. "Sto per venire" sussurrai tempestandole il volto di baci.
Le misi le dita tra i capelli e con un brusco movimento mi portai a cavalcioni sul suo seno appoggiando il pene nella sua bocca. Erano movimenti veloci, l'orgasmo arrivò con spasmi multipli riempiendole la bocca del mio nettare, che lei come un ape succhiò con avidità. Scivolai fuori dalla sua bocca vogliosa e con delicatezza la avvolsi in un tenero abbraccio.
Stretti tra le coltri con cui ci coprimmo ci accolse un sonno ristoratore. Le prime luci dell'alba filtrando dalle grandi finestre ci svegliarono piacevolmente.
Più guardavo quel viso insonnolito più la vedevo bella, si stiracchiò e dandomi un veloce bacio buttò le gambe fuori dal letto.
Nuda come una novella Eva corse lungo il corridoio che portava alla stanza da bagno.


_Continua

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