martedì 14 aprile 2015

1) Prologo

Descrivere quel pomeriggio mentre facevo la solita sgambata in una bellissima giornata d'inizio primavera mi è difficile.
Il cielo è terso, il sole la fa da padrone, per questo sono uscito di casa anche se la mattinata è stata alquanto faticosa.
Il mio stesso camminare mi riempie di una strana gioia, di cui non so spiegarmi la ragione.
Le persone che incontro sono anch'esse investite della bellezza di quella giornata, perciò sembravano tutte più belle.
Sono per lo più conoscenti se non addirittura amici.
Non hanno niente di speciale, niente che apparentemente li renda diversi dagli altri giorni, eppure, tale è la pace che mi comunicano, che qualcosa in me cambia, e rimango turbato da ciò che sento, sono lievemente emozionato.
Sento che c'è nell'aria qualcosa di diverso dagli altri giorni, mi accorgo dell'erba più verde e più abbondante ai bordi della strada, del cinguettio degli uccelli sugli alberi, dei fiori nei vasi sui davanzali, del sole che entra nelle case dalle finestre aperte o che incendia i vetri dei balconi chiusi, delle piccole nuvole bianche che attraversano il cielo e lasciano immaginare che la primavera sia finalmente arrivata e il freddo e la pioggia, e il cielo grigio, siano oramai memoria del passato.


2) L'incontro

Imbocco uno dei cancelli d'entrata del parco dove molti pensionati sostano al sole, sulle panchine.
Più lontano, in disparte, seduta su una panchina intenta alla lettura c'è una giovane donna bruna, con un vestito fiorato che inneggia alla stagione appena iniziata.
La mia camminata si fa corsa, il fiatone si fa sentire, arrivato all'altezza della panchina mi fermo per fare dello stretching, il mio sguardo si posa sul suo viso illuminato dal sole, lei mi sorride con una dolcezza che mi fa capire che posso rivolgerle la parola.
Chiedo: "cosa legge da rendere il suo viso cosi assorto?"
Risponde sorridendomi: "un romanzo d'amore, sono i miei preferiti"
Sento uno strano miscuglio di emozioni, un'attrazione verso quella donna da poco conosciuta.
Le sorrido anch'io: "non l'ho mai vista, è intenzionata a tornarci ancora?"
La sua voce ha qualcosa di magico: "certamente, adesso la stagione lo permette, mi piace leggere stando al sole".
Ossequiosamente la salutai e ripresi la corsa nei vialetti del parco, avviandomi all'uscita opposta dalla quale ero entrato, pensando a quell'incontro casuale, vedevo quel volto luminoso e pulito, che tanto mi aveva colpito.


_Continua

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