martedì 14 aprile 2015

1) Prologo

Descrivere quel pomeriggio mentre facevo la solita sgambata in una bellissima giornata d'inizio primavera mi è difficile.
Il cielo è terso, il sole la fa da padrone, per questo sono uscito di casa anche se la mattinata è stata alquanto faticosa.
Il mio stesso camminare mi riempie di una strana gioia, di cui non so spiegarmi la ragione.
Le persone che incontro sono anch'esse investite della bellezza di quella giornata, perciò sembravano tutte più belle.
Sono per lo più conoscenti se non addirittura amici.
Non hanno niente di speciale, niente che apparentemente li renda diversi dagli altri giorni, eppure, tale è la pace che mi comunicano, che qualcosa in me cambia, e rimango turbato da ciò che sento, sono lievemente emozionato.
Sento che c'è nell'aria qualcosa di diverso dagli altri giorni, mi accorgo dell'erba più verde e più abbondante ai bordi della strada, del cinguettio degli uccelli sugli alberi, dei fiori nei vasi sui davanzali, del sole che entra nelle case dalle finestre aperte o che incendia i vetri dei balconi chiusi, delle piccole nuvole bianche che attraversano il cielo e lasciano immaginare che la primavera sia finalmente arrivata e il freddo e la pioggia, e il cielo grigio, siano oramai memoria del passato.


2) L'incontro

Imbocco uno dei cancelli d'entrata del parco dove molti pensionati sostano al sole, sulle panchine.
Più lontano, in disparte, seduta su una panchina intenta alla lettura c'è una giovane donna bruna, con un vestito fiorato che inneggia alla stagione appena iniziata.
La mia camminata si fa corsa, il fiatone si fa sentire, arrivato all'altezza della panchina mi fermo per fare dello stretching, il mio sguardo si posa sul suo viso illuminato dal sole, lei mi sorride con una dolcezza che mi fa capire che posso rivolgerle la parola.
Chiedo: "cosa legge da rendere il suo viso cosi assorto?"
Risponde sorridendomi: "un romanzo d'amore, sono i miei preferiti"
Sento uno strano miscuglio di emozioni, un'attrazione verso quella donna da poco conosciuta.
Le sorrido anch'io: "non l'ho mai vista, è intenzionata a tornarci ancora?"
La sua voce ha qualcosa di magico: "certamente, adesso la stagione lo permette, mi piace leggere stando al sole".
Ossequiosamente la salutai e ripresi la corsa nei vialetti del parco, avviandomi all'uscita opposta dalla quale ero entrato, pensando a quell'incontro casuale, vedevo quel volto luminoso e pulito, che tanto mi aveva colpito.


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3) Le mani


All'indomani ripercorsi lo stesso tragitto sperando di rivederla, ma ciò non avvenne ed anche per altri due giorni, quando ormai avevo perso la speranza, eccola seduta allo stesso posto.
Un'emozione mai provata mi prese, arrivai affannato, lei mi sorrise invitandomi a sedere: "credevo di non rivederla più" -- "ho lavorato il pomeriggio in questi giorni" mi volle mettere al corrente: "piacere, mi chiamo Roberto, Roby per gli amici" dissi mentre allungavo la mano per stringere la sua, timorosa mi porse la sua, delicata dal tocco leggero, leggermente sudaticcia, che subito ritirò: "piacere Monica, ma tutti mi chiamano Mony".
Successe qualcosa di incredibile quando i nostri sguardi si incrociarono, vidi l'affanno che le aveva preso e un leggero rossore sulle splendide guance: "mi scusi per la mano sudata, succede quando sono emozionata" , mentre il rossore aumentava su quel volto angelico.
Si alzò di scatto: "mi scusi ma devo andare,arrivederci" disse mentre rimetteva in borsa il libro, non prima di aver segnato la pagina depositando un fiore tra le pagine.
La vidi allontanarsi con passo deciso, era un sogno che si allontanava da me, feci fatica a riprendermi, cosa mi stava succedendo, con tutte le donne che ho avuto, cosa aveva questa di particolare da colpirmi in questo modo?


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4) L'invito


Il giorno dopo ripercorro lo stesso tragitto e vedo lei sempre seduta su quella panchina un po' isolata.
Mi presento con dei libri nella sacca e dopo un saluto di circostanza le mostro il contenuto: "ho pensato bene di regalarle questi libri, da anni nella mia libreria, sono tutte storie d'amore che non ho mai letto" le presi la mano senza sapere se stringerla, baciarla o metterla fra le pagine di un libro.
Gli sguardi non riuscivano più staccarsi dai nostri visi, bastò un gesto non voluto a far si che i nostri corpi si toccassero.
Una scossa da 10.000 Volt non avrebbe fatto quell'effetto, avvicinai il viso al suo dandole un lieve bacio sulla guancia.
Era quello che volevamo sin dal primo momento.
Tutto era predisposto da non si sa chi, le labbra si sfiorarono, sentii il suo delicato profumo di mughetto.
Ci staccammo intimoriti da quel fuoco che sentivamo dentro di noi, ci guardammo esterrefatti per quello che era successo;
un'attrazione mai provata ci aveva buttato tra le braccia.
Lei vergognosa abbassò lo sguardo: "cosa ci è successo, per sentire quest'attrazione improvvisa" dissi, preoccupato di aver rovinato quell'amicizia appena cominciata.
Fu lei per prima a darmi del tu: "sei quello che cercavo da tempo, un uomo dolce e gentile, ho bisogno di sentirmi amata" mi prese le mani e se le portò in grembo come se volesse cullarle.
Mi chinai su di lei e la baciai dolcemente.
Lei aprì le labbra per accogliere la mia bocca, un bacio che ci fuse in un abbraccio pieno d'amore.
Rimanemmo cosi non so per quanti minuti, le persone che passavano avevano capito che era nato un nuovo amore tra quelle due anime solitarie.
Storditi ci guardammo e cominciammo a ridere, la felicità era entrata nei nostri cuori.
Parlammo di tutto cercando di conoscerci meglio, poi subentrò l'intimità.
Desideravamo toccarci continuamente..
Senza un segnale preordinato ci alzammo, raccogliemmo tutte le nostre cose e ci incamminammo verso l'uscita tenendoci per mano, con quei gesti tipici degli innamorati: " vieni da me Roby" mi sussurrò guardandomi negli occhi.


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5) I corpi si uniscono


La casa era ben tenuta, linda, con un profumo di fiori di bosco, mi venne incontro scodinzolando uno splendido cane: "è innocuo come un agnellino" disse.
Mi fece accomodare nel soggiorno su un comodo divano: "scusami, Roby fai con comodo" disse, mentre si allontanava.
L'assenza si prolungò con mia preoccupazione: "cosa preferisci come bibita?" comparve con dei bicchieri e delle lattine, bella come non mai, si sedette al mio fianco, un profumo delizioso emanava il suo corpo, non mi trattenni, l'abbracciai e con ardore la baciai, le mie mani si infilarono sotto il vestito, la morbidezza della sua pelle mi eccitò ancor di più, si lasciò andare stendendosi sulla morbida pelle del divano, le presi il viso tra le mani guardando quella bocca vogliosamente aperta: "baciami amore ho voglia di te" mi sussurrò.
Avevo timore di rovinare tutto se mi fossi fatto prendere dalla foga, fu lei a togliermi dall'impiccio e a prendere l'iniziativa: "spogliati amore, fatti vedere" ..... "tutto, voglio vedere il tuo corpo nudo" mi sfilò la maglietta, accarezzandomi il petto e baciandolo, mentre mi levavo i boxer, la sua mano si fece padrona del mio sesso in fase di erezione: "come sei bello amore mio" si alzò e si denudò con pochi gesti, era completamente nuda sotto il vestito fiorato, un corpo pieno, sodo, dal colore leggermente ambrato.
Mi prese per mano, mi condusse verso una porta semiaperta, vidi un grande letto già preparato per l'occasione, ci lasciammo cadere su quel giaciglio profumato.


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6) La ricerca del piacere


Le spostai le ciocche dalla fronte con i polpastrelli, guardando la bellezza di quel viso, scesi a baciarle il collo e le spalle, con tanti piccoli baci: "si, cosi amore, ho bisogno di coccole" sempre usando le dita scesi sull'attaccatura del prosperoso seno, per poi avvolgerlo con le mani a coppa, un piccolo gemito di piacere le uscì dalla bocca semi aperta, che mi affrettai a baciare, le lingue saettavano nelle nostre bocche affamate di piacere.
I corpi stretti, in una simulazione d'amplesso le sfregavo sul ventre il mio sesso eretto, mi staccai ansimante, il suo viso con gli occhi chiusi era ancora più bello e sensuale.
Era stesa con le gambe leggermente divaricate, potevo vedere il taglio del sesso con un leggero umidore che lo imperlava, il seno si alzava e abbassava, respirava con affanno al mio tocco, scesi a baciare i capezzoli inturgiditi, un lamento di piacere e frasi incomprensibili mi fecero capire che gradiva.
Mi ero messo in ginocchio tra le gambe, si sentiva scrutata e questo la eccitava, con mano lenta e con leggeri tocchi seguivo i contorni delle gambe, soffermandomi sulle curve, soffermandomi sulle ginocchia, per poi continuare all'interno delle cosce, mi fermai poco prima di toccarle il sesso.
Alzai lo sguardo verso il suo viso, lo vidi trasognato con la lingua che inumidiva le labbra.
Le mie dita arrivarono alla meta, con due dita iniziai la palpazione, il corpo si inarcò mentre mi abbassavo a baciarla, con la lingua la penetrai per poi succhiarle il clitoride, con un gemito urlato mi strinse la testa tra le cosce, mentre le dita si infilavano tra i miei capelli riccioluti.
Una sola parola bastò: "Anch'io" per farmi capire che voleva avere la sua parte, mi fermai per stendermi in modo che potesse mettersi su di me, si impossessò con bramosia del mio sesso eretto succhiandolo con voracità, eravamo due entità in una, le nostre bocche erano insaziabili nel darci piacere, le mie mani sui suoi glutei sodi mentre le dita stimolavano il sesso e l'ano, il piacere in lei aumentava ad ogni tocco, lo potevo sentire dal modo in cui maneggiava il mio membro, eravamo finalmente dopo tanta astinenza, all'apice del piacere.
Volevamo di più, lo sapevamo entrambi, ansanti, felici ma non sazi, circondandola con entrambe le braccia la girai, le sue sontuose natiche mi riempirono gli occhi.


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7) L'estasi


Le mie dita erano sicure, calde, mentre le aprivo le labbra, mi piegai su di lei incominciando a baciarle la fessura, le feci scivolare le mani intorno al corpo e la sollevai verso di me, in modo da poterla penetrare da dietro.
All'inizio trovai solo l'apertura della rosellina dell'ano, troppa piccola e stretta per potervi entrare, poi trovai l'apertura più larga.
Ondeggiai dentro e fuori di lei con movimenti lenti, poi mi interruppi, per poi rigirarla in modo da poterla vedere in volto mentre la prendevo, le mani cercarono i suoi seni con ruvide carezze.
Allacciati con i corpi scossi da sussulti continui, mentre il ritmo aumentava con assalti violenti, scivolai fuori e a cavalcioni le portai il sesso a portata di bocca, lo strinse tra i seni mentre io mimavo l'amplesso.
La bella bocca aperta che chiedeva di essere baciata, mi chinai a morderle le labbra per poi infilarle la lingua in profondità dove lei con piccoli morsi la fece sua.
Eravamo talmente presi che quasi cascavamo dal letto, ridemmo di gusto interrompendoci, era meraviglioso quello che ci succedeva, amore e piacere.
Lei si fece venire l'idea di continuare li, sullo scendiletto, io steso e lei accovacciata su di me, le presi le natiche tra le mani come un frutto passando la lingua tra i due monti, più volte, poi le accarezzai il clitoride, il che la fece ondeggiare avanti e indietro.
Sentivo ogni reazione, ogni contrazione, il pene eretto vibrava ad ogni suo gemito di piacere, con un movimento brusco si spostò tra le mie gambe, si chinò e lo avvolse tra le labbra succhiandolo vogliosa, per poi salirci sopra accogliendolo dentro di lei, cominciò a cavalcarmi come una furia, lo voleva sentire tutto dentro di lei, le mie mani sui fianchi l'aiutavano nell'equilibrio precario.
Un tremore le prese facendomi capire che l'orgasmo stava arrivando, mi lasciai andare anch'io con affondi che la fecero urlare, mentre fiotti di caldo sperma la riempivano, scossi ma sazi le nostre bocche si unirono stringendoci in un abbraccio che più bello non si può, in quello che era il giorno che avevamo sognato.
Abbiamo dormito qualche ora, avvinghiati l'uno all'altra.
Abbiamo fatto ancora l'amore con la bocca, tranquillamente, a lungo, uno dopo l'altro.
È stata lei a cominciare, io ero ancora addormentato, mi sono lasciato andare al suo volere.
Poi ho tirato il lenzuolo addosso a entrambi, e nel segreto della nostra tenda l'ho succhiata, senza badare al tempo, l'ho succhiata e adorata, fino a sentirla colare tra la lingua e il palato.
"In ogni momento sono con te, ti amo"
"Allora sei il mio angelo custode!"
"Se vuoi"
"Solo che io non sono qui soltanto per proteggerti, ma per farti sognare, amare, godere, conquistare... e anche sperare, eccitarti, soddisfarti... io sono ai tuoi ordini"
"Ed io sono la tua schiava e la tua padrona, la tua puttana e la tua alleata."
Adesso eravamo liberi di dirci qualsiasi cosa.


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8) Il grande letto


Mi presentai senza preavviso, era cassiera di turno quella sera, aveva appena battuto il conto ad uno degli ultimi clienti.
Non si sentiva altro che il ronzio dei vani frigoriferi e il ritmo sommesso della musica registrata diffusa dagli altoparlanti.
Il freddo artificiale del potente condizionamento attenuava quello che altrimenti sarebbe stato un miscuglio di odori di una sensualità quasi intollerabile, dal sentore dolce delle banane mature a quello pungente e agro dei limoni.
Nei supermercati tutto è freddo, gli scintillanti pavimenti passati con lo straccio, l'acciaio gelido degli scaffali, la fluorescenza polare dell'illuminazione.
Calò improvviso il silenzio, qualcuno aveva spento la musica registrata:"Attenzione, signori clienti ... Il negozio chiude ... Vi preghiamo di fare le ultime scelte e di passare alla cassa ... Grazie per la vostra comprensione ... E, per favore, tornate qui a fare i vostri acquisti."
La vidi terminare il conteggio e la chiusura della cassa, poi si allontanò verso il reparto del personale, per poi riapparire senza quell'orrrendo grembiule, che solo un genialoide poteva averlo creato con quei colori.
Uscimmo, una leggera brezza scompigliava i bruni capelli facendola sembrare ancora più bella, mentre il leggero vestito aderiva al corpo mettendo in mostra le rotondità di giovane donna nel pieno della maturità.
Il suo viso era di una bellezza sconvolgente, irradiava felicità, le misi un braccio attorno alla vita e la baciai delicatamente.
Lo stupore dei colleghi mi fece pensare a cosa sarebbe successo il giorno seguente, vedendola cosi felice già si erano chiesti cosa le stesse succedendo, non era altro che l'Amore il responsabile.
"Seguimi amore, ti porto a casa mia" le dissi mentre l'accompagnavo al parcheggio.
La mia abitazione era una casa su due piani fatta costruire anni addietro dai miei genitori, con un alto muro di cinta immersa nel verde, la vidi sbalordita quando la vide: "mi sento una principessa" disse, atteggiandosi con movimenti di danza.
Come conviene, le feci visitare le varie stanze, l'entusiasmo la prese, quando in una di quelle vide un grande letto a baldacchino: "posso provarlo?" disse con uno sguardo divertito, al mio assenso, si buttò con un tuffo da vera campionessa, era tornata bambina con quelle piroette e salti, con il vestito che le saliva scoprendo il magnifico corpo.
"Vieni anche tu amore" mi incitò, mi tolsi la giacca e mi unii a lei giocando a spingerci e a tirarci i cuscini, l'abbracciai e la baciai, le mani si impossessavano dei nostri corpi, mentre i vestiti cadevano a terra.
Una forte attrazione era la nostra, niente ci poteva fermare, la presi con una furia quasi violenta, i nostri corpi erano un sussulto spasmodico, le sue gambe mi stringevano i fianchi incitandomi a spingermi dentro di lei, la sua non era una lingua nella mia bocca, era un essere saettante mai sazio, mi tolsi da quella bocca assetata ansimando, appoggiandomi sulle mani, le braccia tese ai lati del suo corpo, i suoi occhi erano profondi luminosi, potevo vedere tutta la parte superiore del suo corpo, i capelli le incorniciavano il bel viso, le spalle morbide, i seni con i capezzoli inturgiditi circondati dalle brune aureole che scesi a succhiare, il sapore del suo corpo mi inebriava, cavalcandola con movimenti lenti e nello stesso tempo profondi, ora i suoi gemiti misti ai miei erano liberi di uscire da quella rosea bocca.
Mi prese la testa tra le mani spingendola verso il basso, assecondai il suo volere, mi immersi tra le morbide e vellutate cosce assaporando quel paradisiaco sapore, il corpo inarcato agevolando le mie mani, che presero possesso dei suoi glutei mentre la lingua titillava il clitoride, in preda alla frenesia mi tirò per i capelli: "guardami amore, ti voglio possedere con la mia bocca, sdraiati" subito su di me si impossessò del mio sesso e con voracità prese a succhiarlo mentre la mano saliva e scendeva su quella verga, i nostri corpi erano scossi da fremiti mentre le bocche provocavano piaceri che da tempo cercavamo, morsi ripetute volte il clitoride provocando in lei spasmi che si ripercuotevano sul mio pene, maneggiato sempre con più violenza, la lingua batteva sul glande ingrossato dall'eccitazione, ero al culmine del piacere, infilai le dita tra i suoi glutei penetrando l'ano con un dito, fu scossa da tremori il che mi fecero capire che era prossima all'orgasmo, un getto liquido mi investì il viso e la bocca, mi lasciai andare in un orgasmo spasmodico che lei accolse golosamente, succhiando e leccando, niente doveva andare perso di quel prezioso nettare, mentre riprendevo fiato stretto tra le sue cosce, lei continuò a succhiare e a manipolare quell'oggetto che tanto le dava piacere, con i polpastrelli tra le mie natiche mi dava ulteriore piacere, strusciandoli sull'ano e sullo scroto.
Restammo alcuni minuti in quella posizione ansimando, le accarezzavo la schiena imperlata di sudore, la visione dei suoi glutei era quello che di più bello si poteva desiderare.


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9) La vasca Jacuzzi


Un movimento improvviso, ed eccola ritta, il corpo pieno, bellissimo, i grandi occhi scuri, la bocca semi aperta dai denti bianchissimi: "amore voglio fare la doccia con te" lo disse con aria civettuola, la presi per mano conducendola lungo un corridoio.
Spalancai la porta su una luminosa stanza da bagno con le bianche pareti e dei grandi specchi, un' ampia vasca Jacuzzi troneggiava nel centro.
Mi accinsi ad azionare il sistema di riempimento, mentre lei rimirandosi da ogni lato volteggiando su se stessa offriva il suo nudo corpo alla mia vista, con foga mi gettò le braccia al collo, la sua era una felicità incontenibile.
Iniziò a curiosare tra i cassetti dell'armadio a muro, accappatoi e salviette erano ben disposti: "tieni tutto in ordine, io sono un pochino disordinata" mi disse; al che io risposi "è tutto merito della signora Ines che viene tutte le mattine, serve in questa casa da quando era ragazza, è un po' casa sua questa".
La vasca era pronta, i sali profumati erano in bella mostra in una vetrinetta.
Scelse il bergamotto, si immerse avvolta dalle bollicine con ridolini di piacere allungando le braccia verso di me:"mi stai facendo felice come non mai, vieni amore laviamoci a vicenda" non si trattenne dal dirmi.
La sua pelle era morbida, il suo corpo era carnoso, quasi opulento.
Era un piacere accarezzare quei seni dai grossi capezzoli, la voglia di baciarle il collo e di stuzzicarle le orecchie mi prese.
Si voltò verso di me avvolgendomi con le gambe, le sue braccia mi strinsero schiacciando il seno contro il mio petto, un' erezione improvvisa mi prese.
Lo senti, mi guardò sorridendo con quegli occhi profondi, maliziosi.
Accarezzandolo lo prese e lo condusse dentro di sè.
Aumentai i getti d'acqua, erano loro che davano movimento ai nostri corpi.
La sua morbida bocca si appoggiò sulla mia in un bacio dal sapore dolciastro, mentre le mie mani si impadronivano dei suoi glutei.
Si trattava di un piacere diverso, così ci lasciammo cullare senza fretta, mentre le bocche unite succhiavano quello che rimaneva dei nostri effluvi.
Ci demmo piacere per alcuni minuti senza arrivare all'orgasmo.
Era tardi ci lavammo in fretta, avevo già predisposto per portarla fuori a cena, si leggeva sul suo viso la gioia di vivere, probabilmente mai si sarebbe sognata di trovarsi in una situazione del genere.


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10) La cena


Ci avviammo verso casa sua con entrambe le vetture in modo da togliere l'impiccio della sua macchina.
Entrati mi fece accomodare e mi disse: "amore fai come fosse casa tua; mi devo sistemare sono tutta in disordine".
Mi accomodai su una poltrona dopo aver preso una bibita dal frigo e sfogliai distrattamente alcuni settimanali scandalistici che trovai nell'apposito contenitore posizionato di fianco alla poltrona.
Mi apparve in un abito lungo a dir poco meraviglioso che la fasciava perfettamente mettendo in risalto le sue forme.
Il colore potrei definirlo blu elettrico, il trucco leggerissimo le dava un aspetto angelico.
Esclamai: "Mony sei bellissima ed elegantissima, attirerai l'attenzione di tutti i commensali!"
Fece un giro su stessa, profumava di buono e il prosperoso e sodo seno non aveva bisogno di nessun tipo di sostegno.
Le presi la mano ornata da un luccicante anello e gliela baciai, provocando in lei un rossore che la faceva sembrare ancora più bella.
Con gli occhi lucidi mi disse: "Roby, tu mi stai facendo sentire una regina, nessuno mai mi ha trattato con tanto referente rispetto, chi sei tu? è mai possibile che un signore della tua posizione e cortesia sia solo?".
Le risposi: "Il mio lavoro non mi permette di avere una compagna stabile, sono sempre in giro in posti impossibili ed erano tre mesi che non tornavo a casa"
Col timore di deluderla, raccontai con gran fatica del mio lavoro presso una grande azienda di costruzioni, che svolgeva per lo più lavori in paesi esteri.
Continuai raccontando: "Domani mi devo preparare per un nuovo lavoro, vado in capo al mondo, Australia la terra degli Aborigeni e dei Marsupiali .... in questo momento sono il tuo cavaliere ed è giusto che ti tratti da par mio, mia dolce creatura".
Eravamo in ritardo così la presi sotto braccio e ci avviammo al ristorante.


Il locale era lussuoso e frequentatissimo. Fummo ricevuti dal direttore di sala che dopo i saluti di rito ci fece strada introducendoci in una saletta appositamente preparata, dove due camerieri ci attendevano a nostra completa disposizione.
I premurosi camerieri ci fecero sedere su comode poltroncine dall'imbottitura damascata e diedero accensione a delle candele profumate disposte in un grande candelabro, posizionato al centro della grande tavola imbandita. Una musica di sottofondo rese l'ambiente allegro. Avevo fatto richiesta di musiche che rispecchiassero i gusti del mio amore e capii dal suo sorriso che la scelta era di suo gradimento.
La cena, tra sguardi ammiccanti e piacevole discorrere, si concluse con l'invito ai camerieri di lasciarci soli e di abbassare le luci dopo averci portato dello champagne ben ghiacciato e un vassoio con dolci prelibatezze.
Il ballo era d'obbligo e a luci soffuse strinsi a me quel corpo profumato e morbido. Avvicinai la bocca al suo orecchio e le sussurrai: "Amore questa serata non potrò mai dimenticarla, adesso so cosa vuol dire essere in paradiso".
Con voce tremante mi rispose: "Ti amo troppo, ho paura che tutto questo sia un sogno"...


_Continua
11) Apoteosi d'Amore


Il ritorno a casa mia tra risate e baci era il preludio ad una notte di sesso sfrenato.
Passando dalla cucina, lasciai un messaggio alla signora Ines; tolsi dal frigo una bottiglia di champagne che portai nella grande camera con il letto a baldacchino, mentre lei si rinfrescava.
Mi arrivò alle spalle cingendomi in un profumato abbraccio.
Mi girò spingendomi contro il muro continuando a baciarmi il viso e scese sul collo per poi salire sulle mie labbra.
Sentivo tutto il suo ardore.
Si staccò e con rapidi movimenti si sfilò l'abito lasciandolo cadere ai suoi piedi consentendo al corpo maestoso di palesarsi in tutta la sua bellezza.
L'opulento seno libero di muoversi, fu preda dei miei baci, mentre le mani avvolgevano le rotondità dei glutei coperti dalle nere culotte rendendo ancora più erotico quell'abbraccio.
Con frenesia le sue mani vogliose fecero saltare uno ad uno i bottoni della camicia mettendo a nudo il petto, che iniziò a baciare.
Scese poi ad abbassare i pantaloni infilando le mani dietro sui sodi glutei, spingendosi in basso in ginocchio come fosse una sacerdotessa intenta all'adorazione del suo dio.
Prese il membro tra le mani, lo avvicinò alla bocca per poi sfregarselo sul viso con movimenti rotatori, il che produsse l'effetto da lei desiderato.
L'erezione non si fece attendere, così mi buttò le braccia al collo e sollevando le gambe le cinse attorno alla mia vita.
Con questo piacevole fardello mi diressi verso il grande letto dove ci lasciammo andare sul morbido giaciglio.
Il mio viso scese tra le sue cosce dischiuse, sentivo ciò che emanava quella parte del corpo attraverso quel sottile tessuto traforato che coi denti strappai.
Fui libero di penetrare tra le rosee labbra dischiudendole con sapienti colpi di lingua.
Non seppe trattenersi, i gemiti si intensificarono mentre si dimenava come un'ossessa.
Con la lingua tracciai linee invisibili tra il solco delle natiche inumidendo l'orifizio in cui infilai un dito.
In lei si scatenò l'orgasmo.
Tremori e sobbalzi incontrollabili la presero.
La sua essenza mi asperse la bocca e la lingua che instancabilmente la leccava.
Il mio nome urlato le uscì dalla bocca ansimante, la strinsi a me baciandole quel meraviglioso viso.
Rimanemmo abbracciati guardandoci negli occhi, mentre la sua mano era padrona del mio sesso che manipolava con maestria.
Allungai la mano prendendo la bottiglia dal secchiello del ghiaccio e la portai all'altezza della sua bocca.
Con avidità ne bevve alcuni sorsi e mentre parte del prezioso liquido le bagnava il viso e il seno, mi chinai a sorbirlo con dei piccoli baci.
Dopo aver versato quel liquido meraviglioso i baci si intensificarono su tutto il corpo. "Fallo anche a me amore" le dissi mentre mi sdraiavo.
Dal gesto che fece capii che era quello che voleva. Come una bimba euforica per un gioco nuovo , cominciò dal viso facendomi bere un sorso di vino, dopo di che le sue labbra si impossessarono delle mie succhiandomi la lingua.
Con avidità leccava il nettare d'uva che scendeva sul petto dandomi piacere ed eccitazione succhiandomi i capezzoli.
Con gridolini continuava la discesa, soffermandosi a sorbire il piccolo laghetto formatosi all'altezza dell'ombelico.
Con sguardo voglioso cosparse abbondantemente i riccioli del pube per poi giocarci con le dita e inaspettatamente l'avida bocca si impossessò del membro eretto scatenando in me la libidine.
Presi dal cassetto del comodino dei foulard, con uno dei quali la bendai.
"Cosa mi fai amore mio" disse sorridendo. "E' una sorpresa tesoro, lasciami fare".
Legai entrambi i polsi alle colonne del baldacchino e i grossi seni si ersero mentre le allungavo e aprivo le gambe legando le caviglie al fondo del letto. Il suo meraviglioso corpo era alla mia mercè.
Con la punta della lingua cominciai a leccarla partendo dai piedi per risalire quelle forti gambe sino a raggiungere l'nterno delle cosce dalla pelle morbida e setosa. "Mi sto proprio rilassando" mugolò lei , maliziosa.
Sorridendo compiaciuto, osservavo la fessura umida aperta che chiedeva di essere penetrata. Tenendo in pugno il mio grosso pene cominciai a strofinarle il glande sul clitoride. Scossa da brividi sollevò il bacino, allargando il più possibile le gambe e muovendo spasmodicamente i fianchi mormorò con voce roca: "Ti voglio così tanto.... scopami ti prego!!"
Con mossa decisa sprofondai in lei con movimenti decisi; mi chinai a baciare quella bocca gemente, scendendo sulla spalla e all'attaccatura del seno per poi arrivare al centro sul turgido capezzolo circondato da una bruna aureola. Succhiavo e leccavo quel piccolo centro del piacere penetrandola più profondamente possibile stringendola forte a me come se avessi voluto fondermi con lei.
Mony sfregava il busto contro il mio, stimolando i capezzoli in un contatto erotico che amplificò l'eccitazione. "Sto per venire" sussurrai tempestandole il volto di baci.
Le misi le dita tra i capelli e con un brusco movimento mi portai a cavalcioni sul suo seno appoggiando il pene nella sua bocca. Erano movimenti veloci, l'orgasmo arrivò con spasmi multipli riempiendole la bocca del mio nettare, che lei come un ape succhiò con avidità. Scivolai fuori dalla sua bocca vogliosa e con delicatezza la avvolsi in un tenero abbraccio.
Stretti tra le coltri con cui ci coprimmo ci accolse un sonno ristoratore. Le prime luci dell'alba filtrando dalle grandi finestre ci svegliarono piacevolmente.
Più guardavo quel viso insonnolito più la vedevo bella, si stiracchiò e dandomi un veloce bacio buttò le gambe fuori dal letto.
Nuda come una novella Eva corse lungo il corridoio che portava alla stanza da bagno.


_Continua
12) La partenza


Un leggero bussare al di la della porta mi fece capire che la devota Ines aveva letto il messaggio da me lasciato sul tavolo in cucina, suo regno incontrastato.
Che io ricordi, era da sempre a servizio in questa casa; mi aveva tenuto in braccio da piccolo e consolato quando i miei genitori, pace all'anima loro, mi proibivano qualcosa. Anche alle prime delusioni d'amore lei mi era stata sempre vicino; l'unica pecca ,se si può chiamare cosi ,è quel rispetto ossequioso che usa con me, ma a quello sono ormai abituato.
"Signorino Roberto devo preparare subito la colazione?" mi chiese con la solita prudenza e gentilezza. "La ringrazio per la premura, scendiamo tra qualche minuto, cosi avrà modo di conoscere la mia ospite"
Al suo ritorno Mony si buttò nel letto rannicchiandosi tra le mie braccia. La pelle all'attaccatura del collo aveva un odore delicato che mi invitava a ricoprirla di piccoli baci. Mi sembrava impossibile fosse successo ma avevo trovato un angelo!
"Amore la signora Ines ci sta preparando la colazione, vestiti e non avere nessun timore reverenziale, lei vuole il mio bene e sono certo che quando ti vedrà mi farà un cenno di assenso."
Il grande tavolo ovale era preparato impeccabilmente con dei fiori freschi al centro: "Buon giorno signorina, spero sia di suo gradimento quello che ho preparato, quanti giorni si trattiene?"
"Scusi signorino se mi permetto di farle questa domanda ma devo essere informata per poter preparare adeguatamente la dispensa, la camera da letto e il bagno."
"Non si preoccupi...non dovrà preparare nulla perché porto a casa sua la signorina poi torno per prepararmi per la partenza."
"Domani mattina ho il volo ma prima della partenza le lascio la solita nota sul da farsi e mi premurerò di avvisarla del mio arrivo. La ringrazio serva pure."
La mattina era come solo certe giornate primaverili ci donano. Il cielo limpido e il profumo nell'aria ci invogliavano a passeggiare tra i viali del parco dove ci recammo come per suggellare questo nostro amore.
Ci dirigemmo mano nella mano verso quella panchina dove era nato quel sentimento chiamato Amore. Quel bel viso era pallido e nei suoi grandi occhi neri leggevo il timore di non vedermi più anche se io la rassicuravo che ci saremmo tenuti in contatto.
Risalimmo in macchina dirigendoci a casa sua dove entrando si fece incontro scodinzolando il bel cane che lei con premura chinandosi abbracciò.
Mentre si alzava , vidi il suo viso rigato di lacrime e voltandosi verso me scoppiò in un pianto dirotto.
Mi gettò le braccia al collo e singhiozzando mi disse: "Amore non lasciarmi ti prego, ti aspetterò anche un anno intero se sarà necessario - Ti Amo".
Mentre i suoi baci mi inumidivano il viso e le bocche si univano, i vestiti cadevano per terra. Ci gettammo nel letto, ardenti dello stesso fuoco. Eravamo pazzi d'amore e faccia a faccia in quel letto di brace ci consumammo lentamente. Mi pareva di morire in quegli occhi dove leggevo la sua anima, la sua vita...
Ci toccavamo il viso con la punta delle dita e lei accovacciata su di me su quel letto con le lenzuola impregnate del suo odore, mi posava le mani sul collo per poi lasciarle scendere ovunque sulla mia pelle. Con movimenti dall'alto in basso e dal basso in alto, mi massaggiava e mi graffiava girando a lungo attorno alle parti più sensibili.
Posava poi la testa sul mio ventre ,a pochi millimetri dal pene gonfio, per fiutarne l'odore.
La girai e le fui sopra penetrandola a fondo. Mi strinse le gambe intorno alla schiena, poggiandomi i talloni sul solco delle natiche accompagnandomi nel movimento sussultorio.
Non tralasciavo di leccarle e mordicchiarle il lobo dell'orecchio, di baciarle il viso, il collo, le braccia e il seno. Il piacere montava con una regolarità e un'armonia tali che non sentimmo il bisogno di cambiare posizione. Raggiungemmo l'orgasmo insieme in un duetto di gemiti languidi.
Si sdraiò su di me e l'abbracciai, felice. Restammo a lungo così, con gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra.
La baciai sulla fronte dopo di che uscii dal letto e presi a rivestirmi mentre lei mi rimirava con quel viso angelico.
"Non ti lascio Mony è solo un assenza per lavoro... cosa ne dici se ci sentiamo tutti i giorni? Vedrai che in questo modo sentirai meno la mia assenza. Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno potrai rivolgerti alla signora Ines che informerò a tal riguardo. Fidati è una persona meravigliosa che ti vorrà subito bene".
Mentre le spiegavo il modo e i tempi per sentirci, visto il fuso orario che ci divideva da Perth in Australia,mi accompagnò alla porta. Le diedi un ultima carezza e un bacio e le dissi: "Ciao Amore ci sentiamo appena sono sistemato in albergo". Mi strinse forte mentre le lacrime le bagnavano il viso.


_Continua
13) Epilogo


Il volo di trasferimento lungo ed estenuante si concluse nel migliore dei modi.
Dopo la sistemazione nell'alloggio e una doccia ristoratrice mi apprestai a chiamare casa, dove lasciai un messaggio alla signora Ines cosi premurosa da sempre con me.
Poter parlare con Mony era più complicato visto il fuso orario.
La chiamai nel cuore della notte australe e quando senti la mia voce la sua gioia era incontenibile, mi mandava baci in continuazione, singhiozzando di felicità.
Raccontandole del viaggio e della sistemazione, volle sapere se avevo mangiato cose strane: "Non preoccuparti amore qui si mangia come da noi, cucina internazionale e la pasta al pomodoro non manca mai" la volli rassicurare.
Il cantiere era una immensa fabbrica di trasformazione del legname che si stava ristrutturando con le moderne tecnologie.
Il mio lavoro consisteva nell'installazione e programmazione dei robot che avrebbero ulteriormente migliorato la produzione.
Il mio gruppo di lavoro era composto da manodopera locale molto efficiente.
Ero abituato a questo genere di gestione, la mia azienda non impiegava nostra manodopera fuori dall'Italia.
I giorni passavano e le telefonate si facevano sempre più appassionate da parte della mia Mony.
Il suo, era un amore davvero grande. Percepivo l'adorazione nei miei confronti, avevo trovato l'Amore che da tanto cercavo e non mi sembrava vero fosse successo così per caso.
La sentii strana quella notte, le parole le uscivano con fatica ed era nervosa.
Dopo qualche minuto si mise a piangere con dei singhiozzi incontenibili tanto che l'angoscia mi prese: "Amore cosa ti sta succedendo?
Non farmi stare in pena, se ci sono problemi di qualsiasi sorta vai dalla signora Ines che ti aiuterà come ha sempre fatto con me"
Si ammutolì, sentivo solo il respiro agitato: "Amore devo dirti una cosa che non so se ti farà piacere.
Si è bloccato il ciclo, credo di aspettare un figlio da te"
Le prese un pianto irrefrenabile che cercai di calmare urlandole che era il frutto del nostro Amore.
Ero scioccato, non mi capacitavo del fatto che stavo per diventare padre , così anch'io fui preso da un tremore che mi bloccava e che mi impediva di parlare. Rimanemmo per lunghi attimi senza proferir parola, poi lei ruppe il silenzio dicendomi:
"Non preoccuparti Roby, ho deciso di tenere questo prossimo nascituro che mi ricorderà te per sempre"
Ascoltando quelle parole non potei trattenermi dal dire:
"È nostro figlio e tutto quello che serve per farlo crescere sano è a carico mio.
Non se ne parla proprio che ti accolli tu tutte le responsabilità.
Adesso dobbiamo programmare il tutto perché la gestazione prosegua in modo sereno e meno faticoso per te.
Ti trasferirai a casa mia, che diventerà casa nostra e lascerai il lavoro. Inoltre come ben sai sono vincolato come contratto per quattro mesi qui all'altro capo del mondo ma al mio ritorno sistemeremo legalmente la nostra convivenza"
Una telefonata simile non si riceve tutti i giorni.
Eravamo così emozionati da non riuscire a lasciarci e il pianto si era trasformato in risate di gioia.
Quella notte non riuscii a prender sonno, stavo per diventare padre, era destino che questa storia d'Amore si completasse con un lieto evento.
I mesi trascorsero senza problemi per la mia adorata Mony, la gravidanza procedeva regolarmente, con il prezioso supporto dell'affettuosa signora Ines che le forniva ogni tipo di aiuto.
Tra loro era nata una grande amicizia.
Al mio ritorno ci preparammo per legalizzare la nostra unione, il matrimonio fu l'ultimo passo da fare.
Alcune settimane dopo venne alla luce una meravigliosa creatura dagli occhi neri e dai capelli corvini a cui fu imposto il nome di Serena.
Eccomi giunto alla fine di questo racconto dove manca il colpo di scena.
Ma ho poco da aggiungere, a parte il fatto che mentre scrivo questa mia esperienza di vita con la mia adorabile sposa Mony, ho qui vicino una splendida signorina di 16 anni che più bella non si può.: Serena, il frutto di un grande Amore.
L'Amore nato in una bella giornata di sole.

FINE

Novella semiseria sull'amore a prima vista, scritta a quattro mani by Mony & Roby