martedì 14 aprile 2015

12) La partenza


Un leggero bussare al di la della porta mi fece capire che la devota Ines aveva letto il messaggio da me lasciato sul tavolo in cucina, suo regno incontrastato.
Che io ricordi, era da sempre a servizio in questa casa; mi aveva tenuto in braccio da piccolo e consolato quando i miei genitori, pace all'anima loro, mi proibivano qualcosa. Anche alle prime delusioni d'amore lei mi era stata sempre vicino; l'unica pecca ,se si può chiamare cosi ,è quel rispetto ossequioso che usa con me, ma a quello sono ormai abituato.
"Signorino Roberto devo preparare subito la colazione?" mi chiese con la solita prudenza e gentilezza. "La ringrazio per la premura, scendiamo tra qualche minuto, cosi avrà modo di conoscere la mia ospite"
Al suo ritorno Mony si buttò nel letto rannicchiandosi tra le mie braccia. La pelle all'attaccatura del collo aveva un odore delicato che mi invitava a ricoprirla di piccoli baci. Mi sembrava impossibile fosse successo ma avevo trovato un angelo!
"Amore la signora Ines ci sta preparando la colazione, vestiti e non avere nessun timore reverenziale, lei vuole il mio bene e sono certo che quando ti vedrà mi farà un cenno di assenso."
Il grande tavolo ovale era preparato impeccabilmente con dei fiori freschi al centro: "Buon giorno signorina, spero sia di suo gradimento quello che ho preparato, quanti giorni si trattiene?"
"Scusi signorino se mi permetto di farle questa domanda ma devo essere informata per poter preparare adeguatamente la dispensa, la camera da letto e il bagno."
"Non si preoccupi...non dovrà preparare nulla perché porto a casa sua la signorina poi torno per prepararmi per la partenza."
"Domani mattina ho il volo ma prima della partenza le lascio la solita nota sul da farsi e mi premurerò di avvisarla del mio arrivo. La ringrazio serva pure."
La mattina era come solo certe giornate primaverili ci donano. Il cielo limpido e il profumo nell'aria ci invogliavano a passeggiare tra i viali del parco dove ci recammo come per suggellare questo nostro amore.
Ci dirigemmo mano nella mano verso quella panchina dove era nato quel sentimento chiamato Amore. Quel bel viso era pallido e nei suoi grandi occhi neri leggevo il timore di non vedermi più anche se io la rassicuravo che ci saremmo tenuti in contatto.
Risalimmo in macchina dirigendoci a casa sua dove entrando si fece incontro scodinzolando il bel cane che lei con premura chinandosi abbracciò.
Mentre si alzava , vidi il suo viso rigato di lacrime e voltandosi verso me scoppiò in un pianto dirotto.
Mi gettò le braccia al collo e singhiozzando mi disse: "Amore non lasciarmi ti prego, ti aspetterò anche un anno intero se sarà necessario - Ti Amo".
Mentre i suoi baci mi inumidivano il viso e le bocche si univano, i vestiti cadevano per terra. Ci gettammo nel letto, ardenti dello stesso fuoco. Eravamo pazzi d'amore e faccia a faccia in quel letto di brace ci consumammo lentamente. Mi pareva di morire in quegli occhi dove leggevo la sua anima, la sua vita...
Ci toccavamo il viso con la punta delle dita e lei accovacciata su di me su quel letto con le lenzuola impregnate del suo odore, mi posava le mani sul collo per poi lasciarle scendere ovunque sulla mia pelle. Con movimenti dall'alto in basso e dal basso in alto, mi massaggiava e mi graffiava girando a lungo attorno alle parti più sensibili.
Posava poi la testa sul mio ventre ,a pochi millimetri dal pene gonfio, per fiutarne l'odore.
La girai e le fui sopra penetrandola a fondo. Mi strinse le gambe intorno alla schiena, poggiandomi i talloni sul solco delle natiche accompagnandomi nel movimento sussultorio.
Non tralasciavo di leccarle e mordicchiarle il lobo dell'orecchio, di baciarle il viso, il collo, le braccia e il seno. Il piacere montava con una regolarità e un'armonia tali che non sentimmo il bisogno di cambiare posizione. Raggiungemmo l'orgasmo insieme in un duetto di gemiti languidi.
Si sdraiò su di me e l'abbracciai, felice. Restammo a lungo così, con gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra.
La baciai sulla fronte dopo di che uscii dal letto e presi a rivestirmi mentre lei mi rimirava con quel viso angelico.
"Non ti lascio Mony è solo un assenza per lavoro... cosa ne dici se ci sentiamo tutti i giorni? Vedrai che in questo modo sentirai meno la mia assenza. Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno potrai rivolgerti alla signora Ines che informerò a tal riguardo. Fidati è una persona meravigliosa che ti vorrà subito bene".
Mentre le spiegavo il modo e i tempi per sentirci, visto il fuso orario che ci divideva da Perth in Australia,mi accompagnò alla porta. Le diedi un ultima carezza e un bacio e le dissi: "Ciao Amore ci sentiamo appena sono sistemato in albergo". Mi strinse forte mentre le lacrime le bagnavano il viso.


_Continua

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